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Il Senso della Bellezza

Lo scorrere del tempo fa accadere tante cose nuove, alcune belle ed altre no: alcune altre decisamente brutte.
Spesso serve all’oblio di accadimenti pesanti ed insopportabili, ma c’è un aspetto poco percepito ed evidenziato: l’Assuefazione.
Qui voglio invitare i lettori ad una riflessione sull’ambiente che ci circonda, al suo lento ed inesorabile cambiamento ed al fatto che, se il cambiamento è sufficientemente lento, ci assuefacciamo a quello che appare ai nostri occhi.
Ed ecco che, se ritornasse un emigrante dopo tanti anni passati fuori, vedrebbe cose che noi umani stanziali e residenziali non percepiamo più, pur avendole sempre ”sott’occhio”, anzi forse proprio per questo.
E’ appunto l’Assuefazione, questo aspetto insidioso del trascorrere del tempo, quando il cambiamento è lento.
Eppure qualcuno ha notato qualcosa, forse l’Emigrante venuto a passare le feste nella Città che gli ha dato i natali, oppure qualcuno che, illuminato da una visione retrospettiva nel tempo, ha scoperto il cambiamento e lo ha comunicato.
E’ la bruttura che da il benvenuto all’ingresso dei nostri Centri Abitati, formata dall’assenza di verde ed arredo urbano sommato al saccheggio della veduta, oscurata da Pali dell’illuminazione, Pali di elettrodotti e di cavi telefonici/ADSL: ma quelli che sono veramente un obbrobrio sono i Cartelloni Pubblicitari senza limiti e senza controllo che proliferano nel numero e nelle dimensioni, sempre più esagerate.
Sembra che non esista norma o controllo alcuno per frenare questo scempio, oppure noi siciliani abbiamo smarrito la sensibilità ed il senso della bellezza.
Per millenni siamo stati abituati ad essa, per millenni l’abbiamo coccolata e coltivata, migliorata ed adottata: è solo negli ultimi 50 o 60 anni che siamo andati giù, in basso, in un Caos immemore di ciò che eravamo come popolo e come comunità: forse dovremo combattere l’Assuefazione.
Forse dovremo svegliarci da questo sonno solo apparentemente innocuo, forse dovremo agire.
Io non credo che i cambiamenti, quelli veri e profondi e per sempre, avvengano “per decreto” cioè con una azione combinata tra l’emanazione di una normativa e la sua messa in atto, ma avvengano prima di tutto dentro di noi, con una rivoluzione culturale dell’anima.
Tuttavia la “normativa” serve, anzi è insostituibile, e va sommata alla sua “attuazione”: per esempio sarebbe producente verificare se i Regolamenti comunali per la Pubblicità siano rispondenti alle norme sovraordinate, se siano adeguate al rispetto delle nostre bellezze paesaggistiche.
Forse sarebbe il caso di effettuare una verifica tra il mondo reale e quello virtuale, cioè tra ciò che vediamo e tocchiamo e ciò che risulta sulle “carte”, molti dei nostri guai sono dovuti a questa differenza; anzi questa “forbice” potrebbe misurare il nostro grado di civiltà o quello di abbrutimento.
Intendiamoci, io non sono innamorato delle regole e delle normative, anzi...ma devo riconoscere che hanno la loro ragion d’essere.
Spero che ciascuno di noi faccia una riflessione su quanto sopra, sopratutto quando entra ed esce dai nostri centri abitati.
Misilmeri, 24 Febbraio 2019
Antonino Bonanno, 3a Comunità di Pratica

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